Imprese e pianificazione: quando l’efficace attività del controllo di gestione può fare la differenza

Imprese e pianificazione: quando l’efficace attività del controllo di gestione può fare la differenza

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di Comunicazione QLC

Strategia, precisione e analisi, il Controller ha un ruolo essenziale per un buon rendimento d’impresa. Scopriamo tutto ciò che c’è da sapere su questa figura con il dott. Dario Pertusi, professionista del settore…

Dott. Pertusi, chiariamo anzitutto che cos’è il controllo di gestione e perché è importante che un’azienda lavori sul controllo di gestione…

Il controllo di gestione si inserisce come parte fondamentale nel più ampio processo di pianificazione di medio/lungo periodo delle scelte fondamentali e strategiche dell’impresa.
È costituito da un insieme di attività, anche attraverso l’impiego di dati contabili, per determinare se la gestione si svolge secondo criteri di economicità e in modo da permettere il conseguimento degli obiettivi formulati in fase preventiva.
È molto importante per le aziende in quanto permette di verificare l’effettivo conseguimento dei traguardi prefissati, in modo da poter influire il più velocemente possibile sull’andamento dell’impresa e permette al management di attuare le dovute azioni e misure correttive in caso di scostamento da quanto pianificato, in modo da riportare l’impresa sul cammino desiderato.

Quanto conta in un’azienda il ruolo che riveste la figura del Controller?

Il lavoro del Controller è molto importante in quanto analizza tutta la gestione economica e finanziaria, al fine di determinare se le cose stanno andando bene o se è necessario rivedere determinati aspetti della gestione.
Generalmente riporta direttamente ai vertici dell’impresa e al management, in modo da fornire loro i dati e le analisi necessarie per poter prendere le decisioni migliori secondo gli obiettivi che ci si prefigge.

Come si diventa Controller di gestione e quali sono le sue competenze?

Si diventa Controller di gestione approfondendo le tematiche economico-finanziarie dell’impresa e sviluppando competenze analitiche che permettono di verificare quanto la contabilità a consuntivo si discosti dai budget e dalle strategie prefissate.
Naturalmente la figura del Controller deve avere una formazione tecnica sia dal punto di vista teorico (metodi e regole di analisi dei bilanci e della contabilità analitica) che dal punto di vista pratico, applicando ai dati dell’impresa le metodologie necessarie e capendo ciò che l’analisi dei dati ci indica.
Un Controller è una persona con grande capacità analitica, precisione, capacità d’interazione con i vari responsabili di dipartimento, propositiva all’ora di indicare possibili soluzioni al management secondo quanto suggerito dall’analisi effettuata.

Lei, oltre a essere un professionista del settore, è anche un docente di QLC che porta in aula la sua esperienza professionale, lavorando approfonditamente su un taglio pratico, sia nei corsi in aula che nei corsi online. Qual è l’obiettivo che si prefigge?

L’obiettivo che mi prefiggo è d’insegnare alle persone in modo sintetico ed efficace le basi metodologiche e teoriche necessarie per svolgere il controllo di gestione, ma soprattutto di renderli capaci di applicare quanto appreso su veri bilanci e su casi concreti, in modo che i nostri allievi possano avere una visione molto pratica del controllo di gestione e capiscano come applicarlo nella loro vita professionale.
Le lezioni hanno una preponderante parte pratica, in modo che tutti possano usare quanto appreso nelle rispettive imprese, utilizzando eventualmente i modelli di file proposti per analizzare i bilanci e i dati contabili o creandone di propri più adatti alle loro esigenze secondo quanto illustrato nei vari casi pratici proposti.

In cosa consiste il suo metodo di lavoro?

Il mio metodo di lavoro consiste nello spiegare per ogni argomento, attraverso slide complete e schematiche, quanto necessario per passare all’analisi pratica dei dati. Questa parte è circa un terzo di ogni lezione. Si passa poi ad applicare quanto visto su veri bilanci, dividendo la classe in gruppi di lavoro, dando le linee guida e lasciando che i nostri allievi ragionino e si cimentino nel vero e proprio lavoro di analisi e controllo di gestione. Durante lo svolgimento dei casi pratici seguo individualmente ogni allievo in modo da fornire i chiarimenti di cui ha bisogno in base alle proprie difficoltà.
Lascio poi la settimana in modo che ognuno possa rivedere per proprio conto i casi svolti con i compagni e possa provare a terminarli da solo, ragionandoci e vedendo quali sono i propri dubbi e i passaggi che non ha chiari. All’inizio della successiva lezione fornisco e commento la soluzione dei casi pratici precedentemente visti, rispondendo alle domande e ai dubbi della classe. Si passa quindi all’argomento successivo. Nell’ultima lezione viene fornita la spiegazione dei casi relativi alla lezione stessa. Fornisco inoltre la bibliografia e una serie di testi da me selezionati e consigliati per chi volesse approfondire ulteriormente i concetti del corso.

Concludiamo chiedendole di dare un consiglio a chi intende intraprendere la professione di Controller. Che cosa suggerisce in termini di esperienza professionale? Spesso, infatti, chi lavora nell’ambito della contabilità poi passa al controllo di gestione, magari avendo già avuto modo di toccarne alcuni aspetti…

A livello di esperienza professionale consiglio di essere in possesso di un diploma di ragioneria o di aver avuto un’esperienza anche minima in dipartimento contabile/amministrativo oltre che un interesse per l’analisi finanziaria di impresa. Serve inoltre una conoscenza base dei fogli di calcolo Excel su cui si lavora.
Effettivamente spesso chi lavora in contabilità passa al controllo di gestione perché sono materie molto affini, la contabilità è la base su cui poi lavora il Controller per effettuare le proprie analisi e il controllo di gestione è il passo successivo alle rilevazioni contabili e alla stesura del bilancio.
A differenza della contabilità, il controllo di gestione è meno legato alla fiscalità e ai principi contabili di ogni singolo Paese e permette di utilizzare gli strumenti proposti anche a realtà multinazionali, indipendentemente dal Paese in cui l’impresa opera.

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