Invasioni Digitali: un progetto culturale ‘dal basso’. Quando la cultura incontra il web e i social media.

Invasioni Digitali: un progetto culturale ‘dal basso’. Quando la cultura incontra il web e i social media.

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di Giangiacomo Maroli

Diamo la parola ai nostri corsisti e Giangiacomo Maroli, tra i partecipanti ai nostri eventi formativi di Ufficio Stampa e Social Media, ci racconta l’entusiasmo di un’iniziativa culturale a passo coi tempi…..

La storia di un Paese come l’Italia abbonda di successi e grandi conseguimenti storico-artistici. Un Paese nel quale l’immenso patrimonio artistico, costituito da oltre 6000 musei e siti culturali, è stato costretto troppo spesso a fare i conti con i disagi economici, le difficoltà finanziarie e, non ultima, una moderata indifferenza da parte delle Istituzioni pubbliche.

Una gestione conservatrice dei musei e dei grandi luoghi di interesse culturale ha infatti nascosto al grande pubblico alcune bellezze, rendendole sconosciute così a buona parte degli italiani, ma soprattutto ai giovani abituati a nuovi mezzi di comunicazione e diffusione come social media e web.

Proprio per favorire la strada di questa innovazione e cogliere i profondi cambiamenti in atto nella società moderna, è nato nel 2012 il progetto delle Invasioni Digitali. Con lo scopo di diffondere l’utilizzo degli open data, il progetto si pone l’obiettivo di sensibilizzare anche le Istituzioni all’utilizzo del web e dei social media per la promozione artistica, naturalistica e culturale in generale. Da qui il concetto di “invasione” che, sebbene evochi immagini che poco hanno a che fare con l’arte, in realtà dimostra la diffusione del progetto ‘dal basso’, ovvero, da parte della gente comune.

Ora dunque, vi chiederete: ma come si invade digitalmente un luogo designato?

Una o un gruppo di persone si incontrano e, collaborando con gli enti pubblici preposti, organizzano l’apertura di determinate bellezze storico-artistiche e/o naturalistiche che rendono il singolo comune o la singola zona interessanti dal punto di vista culturale. Ogni partecipante è sicuramente munito di smartphone, videocamere, tablet o quant’altro utile per fare fotografie e riprese video; è a questo punto che l’invasione diventa ‘digitale’. Infatti, le persone saranno incoraggiate a pubblicare foto e video scattati sul proprio profilo Facebook, Twitter, Instagram o su ogni altro social media, che consenta di condividere online la propria esperienza in presa diretta attraverso hashtag precisi e nazionali.

Questo progetto appare incredibilmente semplice nella sua realizzazione; in realtà tutta la macchina organizzativa, per poter funzionare, richiede non solo una significativa partecipazione da parte delle persone comuni, ma anche una buona collaborazione da parte delle Istituzioni pubbliche.

La prima invasione pianificata in provincia di Cremona, che ho organizzato insieme ad una mia collega universitaria Chiara Regazzini, ha preso il via domenica 26 aprile presso il Comune di Piadena con ritrovo in piazza Garibaldi alle 14.30. Inizialmente, abbiamo invaso il Museo Archeologico Platina, dove il responsabile del Museo, il dott. Marco Baioni, ci ha illustrato le scoperte archeologiche fatte tra Piadena e Calvatone a metà del XX secolo. Baioni ci ha fatto anche rivivere la nostra preistoria attraverso la ricostruzione in 3D del Monumento Naturale piadanese dei Lagazzi (sito palafitticolo patrimonio dell’UNESCO): divertente dimostrazione come un museo di “insegnamenti” di solito conservatori si renda innovativo attraverso un joystick e un Visual game.

Dopo di che ci siamo trasferiti in bici o in macchina presso la Cattedra di San Pietro in Roma a Vho, dove ad accoglierci, oltre alla nostra guida storico-artistica il sig. Calisto, c’erano anche dei minacciosi nuvoloni neri all’orizzonte. Abbiamo invaso la chiesa tardo-barocca e la storia culturale e naturalistica del Vho, che ripercorre come Guado del fiume Oglio che fino al 1000 separava Vho e Piadena.

Lo stesso fiume Oglio sarebbe stato citato dopo presso il terzo ed ultimo posto da invadere, vale a dire i Lagazzi, ma i minacciosi nuvoloni si sono rivelati parte di un grosso temporale estivo che ha colpito l’intero casalasco, facendo capitolare l’ultimo terzo di invasione digitale piadanese.

A seguire, i moderni “invaders” si sono spostati Sabato 2 maggio a Casalmaggiore per prendere d’assalto l’intero abitato. Il primo luogo invaso è stato il Santuario della Madonna della Fontana, dove padre Andrea Cassinelli è stata un’ottima guida storico-artistica, nonostante i soli 8 mesi che risiede nel Santuario. In seguito, ci siamo spostati a fotografare uno scorcio suggestivo di Casalmaggiore, vale a dire Santa Maria dell’argine, ex chiesa della frazione Vicobellignano, il quale paese ora si è spostato di circa un km all’interno per scongiurare altre incursioni del fiume Po.

Dopo il pranzo al Lido Po, abbiamo toccato ed invaso il Duomo di Santo Stefano – dove c’è una copia della pala di Casalmaggiore del Parmigianino ora a Dresda -, il Comune con il Giuramento di Pontida di Giuseppe Diotti, il Teatro Comunale progettato da Andrea Mones su supervisione del Piermarini e per concludere la poco fruibile chiesa di Santa Maria del Popolo, raffinatamente affrescata da Antonio Ghislina nel 1600.

La terza ed ultima invasione ha avuto luogo Domenica 3 maggio, obiettivi di smartphone e tablet: Cremona e Palazzo Mina Bolzesi. Tappa particolarmente significativa, in quanto, oltre a visitare il palazzo medesimo della famiglia borghese dei Mina-Bolzesi con dei quadri meravigliosi sempre di Giuseppe Diotti, dalle 16.00 si è potuto sperimentare l’antica tecnica cremonese dei liutai.

Tutto questo grazie alla spiegazione del sig. Stefano Conca, che ha illustrato agli invaders le attività dell’Academia Cremonensis attraverso la bravura degli allievi, mostrando anche come si costruisce un violino e l’enorme pazienza che ci vuole. Inoltre, grazie anche alla spiegazione di Massimo Lucchi, della Fondazione Lucchi, abbiamo scoperto come si realizzano gli archetti dei violini. Per concludere la giornata, i volontari di Cremona Sotteranea con torce alla mano, ci hanno spiegato e fatto vedere il parco romantico della villa e i suoi tesori by night.

Per raggiungere la giusta diffusione e visibilità si sono invitati i partecipanti a condividere sui social networks i propri pensieri e le proprie foto, utilizzando gli hashtag per tutte e tre le giornate #invasionidigitali #invasionidigitalicr, #idpiadena, #idcasalmaggiore, #idminabolzesi.

Le Invasioni Digitali hanno creato una potenzialità incredibile per il patrimonio artistico-culturale italiano: una potenzialità fatta di conoscenza e diffusione dei nostri luoghi più belli, in tempo reale e quasi completamente gratuitamente.

Soprattutto le prime Invasioni Digitali a Cremona e nel casalasco hanno ottenuto un buon successo di partecipazione, nonostante la zona sia famosa come poco recettiva per questi eventi. Le soddisfazioni maggiori sono stati sicuramente i bambini, attratti da ciò che c’è di bello nelle loro città e dalla propria storia; ma anche dai meno giovani, come la coppia di Bagnolo San Vito di 65 e 70 anni, che ha saputo dell’evento su Facebook e sono venuti apposta per invadere Piadena e Casalmaggiore.

In conclusione, se volete riassaporare e/o conoscere l’avventura completa e vedere le immagini di queste #invasionidigitalicr, potrete consultare, oltre cercando sul web gli hashtag sopracitati, anche i seguenti link degli eventi di Facebook, dove ci sono gli storify completi per ognuna delle invasioni cremonesi e casalasche.

Link:

http://www.invasionidigitali.it/it

Eventi su Facebook:

https://www.facebook.com/events/1095712240445645/

https://www.facebook.com/events/1417674405208761/

https://www.facebook.com/events/1424053407900220/

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